IMPIEGATE, Poteri di gomma con Egle Doria e Francesca Vitale

Venerdì 23 e Sabato 24 Marzo ’18 | ore 21:00
Domenica 25 Marzo ’18 | ore 18:00

Teatro Sala Chaplin – Via Raffineria, 41 Catania

IMPIEGATE, Poteri di gomma
con Egle Doria e Francesca Vitale

di Francesca Vitale
regia Cinzia Maccagnano
Produzione: La Memoria del Teatro – Milano / Catania


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PRESENTAZIONE
Mettete insieme due donne, un impiego sicuro, i ruoli, le frustrazioni, gli anni ’80 ed una gomma da cancellare. Miscelate e preparatevi ad un cocktail grottesco ed esplosivo.

NOTE D’AUTORE
I mitici anni ’80. Nasce il mito della donna in carriera, con tailleur e camicia di seta. Emerge la voglia di apparire a tutti i costi, di affermarsi.
In questo contesto Santa e Gianna sono due impiegate modello, in sella ad un posto di lavoro rassicurante, consapevoli di avere un ruolo nella società. Ma pagano cari gli stereotipi in cui credono.
Santa ritiene di essere una madre e moglie esemplare, ma in realtà dentro di lei vive una femmina anestetizzata e costretta a non andare oltre i ruoli. E così finisce per abituarsi a reprimere i suoi bisogni sessuali ed il suo profondo desiderio di insegnare qualcosa a qualcuno; in generale, finisce per abituarsi ad essere “seconda” a marito, datore di lavoro, figli ed a perdere la sua vera identità per costruirsene una fittizia.
Gianna è consapevole di essere dotata nel suo lavoro, è spregiudicata e romantica al tempo stesso. Scrive bene, è giovane e libera e sa di poter contare sulle sue qualità. Ma nonostante la sua spigliatezza si sente inadeguata e sogna l’uomo ideale. Ed anche lei paga caro l’obiettivo di volere essere qualcuno, qualcosa, magari anche soltanto raggiungendo l’approvazione del direttore.
Finalmente, arriva un giorno in cui le finzioni di una vita vengono a galla e tra le due si scatena una guerra il cui ring è il luogo di lavoro. Ed il possesso di una gomma da cancellare diventa metafora di un gioco di potere paradigmatico, in cui l’obiettivo da raggiungere fa cadere tutti i veli ed i pregiudizi, in una battaglia all’ultimo sangue.
NOTE DI REGIA
Nella nostra testa c’è sempre un jingle, parole in musica che ci ripetono cosa dobbiamo comprare, come ci dobbiamo comportare, chi siamo e chi dobbiamo diventare. La pubblicità coglie e crea la cultura di massa, la legittima e la riverbera. In quei jingle, che si sono innestati nel nostro “sistema operativo” come dei trojan nascosti, ci sono i modelli culturali a cui ci siamo ispirati.
Lì si annida il desiderio e la frustrazione, la competizione e la smania di (im)piegare anche solo per un attimo l’altro al proprio volere.
Santa e Gianna potrebbero essere impiegate di un ufficio di qualsiasi paese in qualsiasi decennio. Eppure, subito, le due donne descritte con cura in ogni sfumatura, mi sono apparse come il prodotto di un boom. Non uno qualunque: il boom degli anni 80 in Italia. Sono il risultato grottesco e allucinato del bombardamento culturale, delle manie di trasformare tutto in uno slogan perfetto e indispensabile per dare forma a se stessi.